Originariamente il ditirambo aveva ad oggetto canti lirici
in onore di Dioniso intonati durante le feste dedicate al dio, ma già in età
antica, nella città peloponnesiaca di Sicione, esistevano feste dionisiache in
cui si intonavano i traghegoi coroi, cori tragici antenati della tragedia, i cui
argomenti narrati erano invece eroi e mito.
Si pensa che il ditirambo avesse una base responsiva con un
cantante solista che incitava il coro a continuare il racconto ed essendo
tipico del mondo dorico il ditirambo si esprimeva in dorico.
Importanti contributi alla tragedia, nel tempo, vennero dati
da cantori e poeti come Arione di Metimna:
- portò il ditirambo a dignità letteraria;
- travestì i coreuti da satiri (creature ibride
con caratteristiche equine simili a capri da cui deriva il nome tragedia).
Altri importanti contributi giunsero da Tespi, leggendario poeta:
- introdusse il ditirambo responsivo ad Atene;
- riformò il ditirambo responsivo staccando il
solista dal coro e facendolo parlare anziché cantare, trasformando così il
ditirambo in opera teatrale ed il solista in attore;
- poiché l’innovazione nel ditirambo responsivo si
ebbe in Attica l’attore recitava in attico e il coro cantava in dorico.
Il tono scherzoso e il saturicon si perdono ma vengono
ripresi da Pratina di Fliunte:
- inventore del dramma satiresco.
L’introduzione del dramma satiresco alla fine della trilogia
tragica fu intesa come una reazione al venir meno dell’elemento dionisiaco
nella tragedia.
Nasce la tetralogia.
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