Eschilo, figlio di Euforione, nacque nel 525 a.c. ad Eleusi,
sede dei misteri di Demetra
e Persefone.
Secondo alcuni era adepto dei misteri eleusini e per questo venne
sottoposto a processo, ma poi assolto. Partecipò attivamente alla battaglia di Salamina
nel 480, a Maratona nel 490, e forse a Platea.
Come altri prima di lui soggiornò dal tiranno mecenate Ierone
di Siracusa; sono documentati due soggiorni in Sicilia 476/474 a.c. in
occasione della rappresentazione delle Etnee
scritte per la città di Etna, voluta ed edificata da Ierone.
Successivamente tornò ad Atene per la rappresentazione
dell’opera I Persiani e vi restò per alcuni anni che si rivelarono estremamente
proficui per la produzione artistica delle
sue opere.
Nel 458 a.c. tornò in Sicilia per la seconda
rappresentazione dei Persiani.
Secondo una tradizione, tutt’altro che infondata, prima di
morire scrisse un suo epigramma nel quale celebrava non tanto le sue doti di
poeta ma di patriota.
Morì nel 455/456 e fu sepolto a Gela.
Un aneddoto racconta che mentre Eschilo camminava un’aquila
che aveva una tartaruga tra gli artigli la lanciò sulla testa del poeta poiché,
essendo egli calvo, l’aveva scambiata per un sasso.
Dopo la sua morte venne celebrato principalmente per la
componente etica dei suoi componimenti.
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