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28 nov 2016

Italo Calvino: E SETTE! parte seconda


PARTE PRIMA


Anche questa le propose il suo aiuto, si mise a filare ed era più veloce del­ l'altra, e più filava e più le labbra le si allungavano. Quando in mezz’ora la canapa fu tutta filata, la vecchia non chiese altra ricompensa che d'essere invitata al banchetto dì nozze. - Basta che chiami: «Columbara!»; ma non scordarti il mio nome, se no il mio aiuto sarà stato inutile e guai a te!
Tornò il capitano e chiese fin dalla strada: - L'hai filata tutta?
E la ragazza: - Eh! da quell'ora!
Tieni questi vestiti e questi gioielli. Stavolta, se quando io torno dal mio terzo viaggio avrai filato questo terzo carico di canapa più grosso degli altri due, ti prometto che celebreremo subito le nozze.
Stavolta, quando, come al solito, la ragazza s'era ridotta all'ultimo giorno senz'aver filato neanche un fuso, cadde un pacco di stracci giù dalla grondaia, e ne venne fuori una vecchia coi denti in fuori. Si mise a filare, presto, sempre più presto, e più filava e più i denti le crescevano.
Per invitarmi al tuo banchetto di nozze, - disse la vecchia, - devi chiamare: «Columbun!»; ma se ti dimenticassi il mio nome, sarebbe meglio per te non avermi mai  vista.
Il capitano quando arrivò e vide la canapa filata, fu tutto soddisfatto: - Bene, - disse, - allora sarai mia moglie, - e cominciò a dar ordini per la cerimonia e ad invitare tutti i signori del paese.
La sposa, tutta presa nei preparativi, non aveva più pensato alle tre vecchie. Al mattino delle nozze, si ricordò che doveva invitarle, ma quando fece per pronunciare i loro nomi, si accorse che le erano del tutto sfuggiti di mente. Si mise a pensare, a lambiccarsi il cervello: macché, non c'era verso che se ne ricordasse neanche uno.
Da allegra che era, cadde in una tristezza senza fondo. Il capitano se ne accorse, e le domandò cos'aveva; e lei zitta. Non riuscendo a spiegare quella melanconia, lo sposo pensò: «Forse non è la giornata adatta», e rimandò le nozze l'indomani. L'indomani era ancor peggio, e il giorno dopo non ne parliamo; più passavano i giorni più la sposa era triste e silenziosa, con la fronte corrugata come se volesse concentrarsi in un pensiero. Lui cercava di farla ridere, le faceva scherzi, le raccontava storielle, ma non c'era nulla da fare. Lo sposo, visto che non poteva consolare lei cercò di consolarsi lui, e un mattino andò a caccia. Lo prese un temporale in mezzo al bosco e si rifugiò in un casolare. Era lì nel buio, quando senti delle voci.
O Columbina!
O Columbara!
O Columbun!
Mettete la marmitta per fare la polenta! Questa maledetta sposa non ci invita più al suo banchetto!
Il capitano si voltò e vide tre vecchie: una con le ciglia che spazzavano terra, un'altra con le labbra che le pendevano fino ai piedi, e una terza con i denti che le grattavano le ginocchia.
«Guarda, - pensò, - ora so cosa raccontarle per farla ridere. Se non ride di quel che ho visto ora, non riderà mai»
Tornò a casa e disse alla sposa: - Stammi a sentire:
oggi ero nel bosco e sono entrato in un casolare per ripararmi dalla pioggia. Entro e cosa vedo? Tre vecchie: una con le ciglia che spazzavano terra, una con le labbra che lappavano i piedi e la terza con i denti che le grattavano le ginocchia. E si chiamavano: «O Columbina!», «O Columbara!», «O Columbun!»
La sposa si rischiarò subito in viso, scoppiò in una risata che non finiva più e disse: - Ordina subito il pranzo di nozze; ma ti chiedo una grazia. Visto che quelle tre vecchie  mi  fanno tanto  ridere,      lascia  che  le inviti al pranzo.
Così fu fatto. Per le tre vecchie fu preparato un tavolo rotondo  da  parte,  ma  così  piccolo che   tra  le  ciglia  dell'  una, le labbra dell'altra e i denti della terza non si capiva più niente.
Finito il pranzo, lo sposo domandò a  Columbina:  - Ma ditemi, come mai avete le ciglia così lunghe, buona donna?
- È per aver aguzzato gli occhi a fare il filo fino! - disse Columbina.
- E voi, come mai avete le labbra così grosse?
- È a forza di passarci il dito per inumidire il filo! - disse Columbara.
-  E voi, come mai avete i denti cosi lunghi?
È a furia di mordere il nodo del filo! - disse Columbun.
Ho capito, - disse lo sposo, e fece alla moglie: - Va' a prendere il fuso,  -  e quando glielo portò, lo buttò  nel
fuoco del  camino.  -  Tu non  filerai più  per  tutta la tua vita!
Così la sposa grande e grossa visse felice e contenta da quel giorno in poi.

(Riviera ligure di ponente)

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