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6 gen 2017

Italo Calvino: IL NONNO CHE NON SI VEDE parte seconda




PARTE PRIMA


Dice il Re: - Eh, lasciala là, te ne faremo fare un'altra ancora più bella!
Ma lei volle tornare indietro a tutti i costi. Smontò di carrozza e salì nel palazzo, mentre il Re l'aspettava giù. la ragazza andò al camino e disse:
- Nonno?
- Cosa vuoi?
- Per carità, mi perdoni, ché ho dimenticato la mia collana d'oro, - e così dicendo la staccò dal chiodo.
- Va' via di qua! - gridò la voce dal camino. - Va via, brutta barbuta! T'ho raccomandato tanto di portar  via tutto e non dimenticar niente! Va' via, brutta barbuta!
In quel momento, la ragazza si stava infilando la collana, e sentì del pelo sotto le sue dita. Si guardò nello specchio: aveva una barba lunga fino a mezzo il petto.
Quando scese così giù dalle scale, lo sposo si mise le mani nei capelli: - Te l'avevo detto di non tornare indietro! Adesso come faccio, che ho detto a mio padre, che eri tanto bella?  Non posso più accompagnarti a casa.
Qua vicino ho un casolare nel bosco e ti terrò là. Così fece, e ogni giorno andava a trovarla, perché le voleva ancora bene, e non le faceva mancare nulla. La cosa andò avanti per un pezzo, finché non giunse all’orecchio del Re che suo figlio faceva all'amore con una barbuta. Allora il Re chiamò il figlio e gli disse: - Come pensi che un Re possa fare all'amore con una donna con la barba? Ne va la dignità della Corona! O tu l’abbandoni, o io la faccio morire!
Il giovane andò dalla ragazza e le disse: - Senti, ho da dirti una cosa. Mio padre è venuto a sapere eh faccio all'amore con una donna barbuta e m'ha detto che se non t'abbandono, ti manderà a morte. Dimmi dove vuoi che scappiamo.
- Tu devi farmi solo questo piacere, - disse la ragazza
fammi fare un velo nero e un abito nero di velluto, e conducimi dal nonno, che chiederemo aiuto a lui. Il Principe portò il vestito e il velo e così vestita e imbacuccata, salirono in carrozza e andarono al palazzo.
Lei andò sotto il camino e disse: - Nonno?
-         Chic'è?
-         Sono io, nonno!
-         Cosa vuoi, brutta barbuta?
-         Nonno benedetto, senta, sono condannata a morte per causa sua…
-         Per causa mia? Non t'avevo detto di portar via tutto e non dimenticarti niente? Se non dimenticavi la collana d'oro io sarei liberato dal mio incantesimo, e invece m’è toccato ricominciare da capo la mia condanna!
Nonno, - disse la ragazza, - io non chiedo la bellezza che avevo in questo palazzo, ma vorrei almeno il viso di quando sono arrivata.  Dunque, nonno, mi faccia la carità, mi rifaccia com'ero prima.
-         Bene, - disse il nonno, - ti sei dimenticata niente?
-         No, no, - disse ]a ragazza, - ho in mano la collana d'oro che avevo lasciata appesa a  un chiodo.
-           Allora - le disse il nonno: - Mettitela al collo, che bella sei e più bella diventerai.
La ragazza si mise al collo la collana d'oro e la barba a un tratto sparì
-    Nonno! Ti ringrazio! Addio!
-         Va' pure, - disse il nonno, - che bella sei e più bella diventerai -. E la ragazza era diventata bella che pareva il sole.
Corre giù per le scale e va alla carrozza dello sposo. Lui, a vederla così bella, come prima e ancora più di prima, tutto contento lo abbraccia e le dice: - Ora mio papà non ti condannerà  più a  morte; e neanche dirà che a far l’amore con te ne va della dignità della Corona!
Infatti, arrivati al palazzo reale, s'affacciò il padre:
- Ecco - disse il figlio, - la brutta barbuta con cui faccio l'amore.
- Ah, - disse il vecchio Re, - figlio mio, hai  ragione; più, bella di così non può essere - La abbraccia, e dà ordine per le nozze, e intanto vuole che vada sul balcone, perché possa vederla tutto il popolo. Subito, sotto il balcone si riunì tanto popolo, e al vedere la bella giovane, gridavano - Viva viva la Regina nuova!
Dopo pochi giorni, i due giovani si sono sposati e hanno fatto le nozze con ravanelli in marmellata, sorci pelati, gatti scorticati, scimmie in tegame; ne hanno mangiato oggi e n'è avanzato per domane; in ultimo di tutto c'era un ramo di rosmarino, e a me non han detto neanche: « piglia un bicchier di vino».

(Venezia)

PARTE PRIMA


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