Translate

28 set 2017

Italo Calvino: IL TIGNOSO (parte seconda)


PARTE PRIMA


- Voglio guardare da che parte esce”.
Così lo, vide, prima dell'alba, uscire da un cancello, che dava sul prato dove teneva legato il cavallo. Stette ancora in attesa, ma dopo poco vide entrare dallo stesso cancello il tignoso, garzone del giardiniere, e chiuse la finestra per non essere veduta. La notte dopo si mise alla finestra ad aspettare. E vide il tignoso che usciva dalla capanna e dal cancello, e dopo poco entrò il cavaliere dai capelli d'oro, tutto vestito di bianco stavolta, che riprese a fare i suoi esercizi. Prima dell'alba, uscì e dopo poco ritornò il tignoso. La Reginella, comincio a sospettare che il tignoso avesse qualcosa a che fare col cavaliere. La terza notte, successero tutte le stesse cose; solo che il cavaliere era vestito di nero. La Reginella si disse: “Il tignoso e il Cavaliere sono la stessa persona”. L'indomani ella scese in giardino e disse al tignoso che le portasse dei fiori. Il tignoso fece tre Mazzolini: uno più grande, uno così così è uno più piccolo. E li mise in un cestino e glieli portò. Il tignoso fece tre mazzolini: uno più grande, uno così così e uno più piccolo; li mise in un cestino e glieli portò. Il mazzolino più grande era infilato nell'anello del dito medio, il mazzolino così così era infilato nell'anello dell'anulare, e il mazzolino piccolo nell'anello del mignolo. La Reginella riconobbe gli anelli e gli restituì il cestino pieno di doppie d'oro. Il tignoso riportò il cestino al giardiniere con le doppie e tutto. Il giardiniere cominciò a litigare con la moglie. - Vedi? - le diceva. - Tu non vuoi che metta piede in casa nostra e la Reginella lo chiama nelle sue stanze e gli riempie il cestino di doppie d'oro! L'indomani, la Reginella volle che il tignoso le portasse degli aranci. Il tignoso gliene portò tre: uno maturo, uno così così e uno acerbo e la Reginella li mise in tavola. il Re disse: - Perché portate in tavola gli aranci acerbi?
- Li ha portati il tignoso,- disse la Reginella.
- Sentiamo questo tignoso, fatelo salire,- disse il Re, e, quando il tignoso fu condotto al suo cospetto gli chiese perché aveva colto quei tre aranci a quel modo.
Rispose il tignoso: - Maestà, voi avete tre figlie, una è da sposare, l'altra così così, è l'ultima può aspettare ancora. - E’ giusto, - disse il Re e proclamò un bando: tutti coloro che pretendono la mano della mia figlia maggiore passino in rivista e chi avrà da lei il suo fazzoletto sarà il prescelto. Ci fu una gran parata, sotto le finestre reali. Prima passarono tutti i figli di famiglie regnanti, poi tutti i baroni, poi tutti i cavalieri, poi l'artiglieria e poi i fanti. Ultimo degli ultimi, veniva il tignoso. E la Reginella diede il fazzoletto a lui. Quando seppe che la figlia aveva scelto il tignoso, il Re la cacciò di casa. Lei se ne andò a stare nella capanna del tignoso. Il tignoso le cedette il suo letto e lui s’accomodò in un giaciglio accanto al fuoco, perché - disse - un tignoso non può avvicinarsi alla figlia del Re. “Allora, è un tignoso davvero, - penso la Reginella. - Mamma mia, cos’ ho fatto!” Ed era già pentita.
Venne una guerra tra il Re di Portogallo e il Re di Spagna e tutti andarono a combattere. Dissero al tignoso: - Tutti vanno alla guerra e tu che ti sei preso la figlia del Re non ci vai? - E avevano già combinato di dargli un cavallo zoppo per farlo morire in battaglia. Il tignoso preso il cavallo zoppo, andò al prato dov’era legato Rafanello, si vestì tutto di rosso, mise una corazza che gli aveva regalato suo padre, e a cavallo di Rafanello andò alla guerra. Il Re di Portogallo si trovava attorniato da nemici: arrivò il cavaliere vestito di rosso, disperse i nemici e gli salvò la vita. In campo, nessun nemico gli si poteva avvicinare: menava fendenti a dritta a manca e il suo cavallo metteva paura a ogni altra bestia. Così, quel giorno la battaglia fu vinta. La figlia del Re andava ogni sera a palazzo a sentire le nuove della guerra. E le raccontarono di quel cavaliere vestito di rosso, con i capelli tutti d'oro, che aveva salvato la vita al Re è fatto vincere la battaglia. Lei pensò: “E’ il mio cavaliere, quello che vedevo la notte in giardino! E io sono andata a prendermi il tignoso!” Tornò tristemente alla sua capanna e trovò il tignoso addormentato accanto al fuoco, tutto rincantucciato nel suo vecchio mantello. La Reginella non potè trattenere le lagrime. All'alba, il tignoso s’alzò, prese il cavallo zoppo e andò alla guerra. Ma prima come al solito, passò dal prato a cambiare il cavallo zoppo con Rafanello e  i suoi stracci con un vestito bianco e con la corazza e a togliersi la vescica di bue dai suoi capelli d’oro. Anche quel giorno, la battaglia fu vinta per l’intervento del cavaliere vestito di bianco. La figlia del Re, sentendo la sera queste nuove notizie, e ritrovando il tignoso a dormire accanto al fuoco, si disperava sempre più della sua mala sorte. Il terzo giorno, il cavaliere coi capelli d’oro si presentò in campo vestito tutto di nero. Stavolta c’era in campo il Re di Spagna in persona coi suoi sette figli maschi. E il cavaliere coi capelli d’oro si mise solo contro tutti e sette. Ne ammazzò uno, ne ammazzò due, alla fine restò vincitore su tutti, ma il settimo prima di morire lo ferì con la spada al braccio destro. Alla fine della battaglia il Re di Portogallo voleva che fosse medicato, ma già il cavaliere era scomparso, come le altre sere. La figlia del Re quando seppe che il cavaliere coi capelli d’oro era stato ferito ne provò un gran dolore, perché era sempre innamorata di quello sconosciuto. E tornò a casa più amareggiata che mai contro il tignoso, e si mise a guardarlo con disprezzo, mentre stava rannicchiato accanto al fuoco. Così guardandolo, s’accorse che il mantello sbottonato lasciava intravedere un braccio fasciato che sotto il mantello c’era un prezioso vestito di velluto nero e che lì sotto la vescica di bue spuntava una ciocca di capelli d’oro. Il giovane, ferito, non s’era potuto cambiare come le altre sere e s’era buttato là, mezzo morto dalla fatica. La figlia del Re soffocò un grido di sorpresa e gioia e apprensione insieme, e, silenziosa per non risvegliarlo uscì dalla capanna e corse da suo padre: - Venite a vedere chi ha vinto le battaglie per voi! Venite a vedere!
Il Re con dietro tutta la Corte si recò alla capanna di legno.
– Si, è lui! – disse il Re riconoscendo nel finto tignoso il cavaliere. Lo svegliarono e volevano portarlo in trionfo ma la figlia del Re aveva chiamato il cerusico a medicargli la ferita. Il Re voleva celebrare all’istante le nozze, ma il giovane disse: - Prima devo andarlo a dire a mio padre e a mia madre perché anch’io sono figlio di Re.
Il padre e la madre vennero e ritrovarono il figlio che credevano morto, e tutti si sedettero insieme al banchetto di nozze.

(Abruzzo)


PARTE PRIMA

Nessun commento:

Posta un commento