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8 nov 2019

Italo Calvino: L'ACQUA NEL CESTELLO

Foto di jiao tang da Pixabay





C'era una volta una madre vedova che sposò un padre vedovo, e ognuno dei due aveva una figlia. La madre voleva bene alla sua e all'altra no. La sua la mandava a prender l'acqua con la brocca, quell'altra col cestello. Ma l'acqua dal cestello colava fuori e la matrigna picchiava tutti i giorni quella povera ragazza.
Un giorno mentre andava a prender l'acqua, il cestello le andò giù per il torrente. Lei si mise a correre e chiedeva a tutti:- L'avete visto passare il mio cestello? - e tutti le rispondevano:- Va' più giù che lo trovi.
Andando giù, trovò una vecchia che si spulciava, seduta su una pietra in mezzo al torrente, e le disse:- L'avete visto il mio cestello?
- Vieni qua, - le disse la vecchia - che il tuo cestello te l'ho trovato io. Intanto, fammi un favore, cercami un po' che cosa ho giù per queste spalle che mi pizzica. Cos'ho?
La ragazza ammazzava bestioline a più non posso, ma per non mortificare la vecchia diceva:- Perle e diamanti.
- E perle e diamanti avrai, - rispose la vecchia. E dopo che fu ben spulciata:- Vieni con me, - le disse, e la portò alla sua casa che era un mucchio di spazzatura. - Fammi un piacere, brava ragazza: rifammi il letto. Che cosa ci trovi nel mio letto? - Era un letto che camminava da solo, tante bestie c'erano, ma la ragazza per non essere scortese rispose:- Rose e gelsomini.
- E rose e gelsomini avrai. Fammi un altro piacere adesso, spazzami la casa. Che ci trovi da spazzare?
La ragazza disse:- Rubini e cherubini.
- E rubini e cherubini avrai- Poi aprì un armadio con ogni sorta di vestiti e le disse:- Vuoi un vestito di seta o un vestito di percalle?
E la ragazza:- Io sono povera, mi dia un vestito di percalle.
- E io te lo darò di seta -. E le diede una bellissima veste di seta. Poi aprì uno scrignetto e le disse:- Vuoi oro o vuoi corallo? - E la ragazza:- Mi dia corallo.
- E io ti do oro, - e le infilò una collana d'oro. - Vuoi orecchini di cristallo o orecchini di diamante?
- Di cristallo.
- E io te li do di diamanti, - e le appese i diamanti alle orecchie. Poi le disse:- Che tu sia bella, che i tuoi capelli siano d'oro e quando ti pettini ti cadano rose e gelsomini da una parte e perle e rubini dall'altra. Adesso va' a casa , e quando senti ragliare l'asino non ti voltare ma quando senti cantare il gallo voltati.
La ragazza andò verso casa, ragliò l'asino e non si voltò, cantò il gallo e si voltò e le spuntò una stella sulla fronte.
La matrigna le disse:- E chi ti ha dato tutta questa roba?
- Mamma mia, me l'ha data una vecchia che aveva trovato il mio cestello, perché io le ho ammazzato le pulci.
- Adesso si che ti voglio bene - disse la matrigna.
- D'ora in avanti andrai tu per acqua con la brocca e tua sorella andrà con il cestello -. E a sua figlia, piano:- Va' a prendere acqua col cestello, lascialo andare giù per il torrente, e vagli dietro: potessi trovare anche tu quello che ha trovato tua sorella!
La sorellastra andò, butto il cestello in acqua e poi lo rincorse. In giù trovò quella vecchia. - Avete visto passare il mio cestello?
- Vieni qua che ce l'ho io. Cercami cosa ho giù per le spalle che mi pizzica -. La ragazza cominciò ad ammazzare bestioline. - Cos'ho?
E lei;- Pulci e scabbia.
- E pulci e scabbia avrai.
La portò a rifare il letto. - Che cosa ci trovi?
- Cimici e pidocchi.
- E cimici e pidocchi avrai.
Le fece spazzare la casa: - Cosa ci trovi?
- Un sudiciume che fa schifo.
- E un sudiciume che fa schifo avrai.
Poi le chiese se volesse un vestito di sacco o vestito di seta. - Vestito di seta!
- E io te lo do di sacco.
- Collana di perle o collana di spago?
- Perle!
- E io ti do spago.
Orecchini d'oro od orecchini di patacca?
- D'oro!
- E io ti do patacca. Adesso vattene a casa e quando raglia l'asino voltati e quando canta il gallo non ti voltare.
Andò a casa si voltò al raglio dell'asino e le spuntò una coda di somaro sulla fronte. La coda era inutile tagliarla, perché rispuntava. E la ragazza piangeva e cantava:

Mamma, mia dindò, dindò
Più ne taglio e più ce n'ho

Alla ragazza con la stella in fronte la domandò in sposa il figlio del Re. Il giorno che doveva venirla a prendere con la carrozza, la matrigna le disse:- Visto che sposi il figlio del Re, prima di partire fammi questo piacere: lavami la botte. Entraci dentro che ora vengo ad aiutarti.
Mentre la ragazza era nella botte, la matrigna prese una caldaia d'acqua bollente per buttarcela dentro e ammazzarla. Poi voleva far indossare alla figlia brutta i vestiti da sposa e presentarla al figlio del Re tutta velata, in modo che prendesse lei. Mentre andava a prendere la caldaia sul fuoco, sua figlia passò vicino alla botte. - Che fai là dentro? - disse alla sorella.
- Sto qui perché devo sposare il figlio del Re.
- Fammi venire, a me così lo sposo io.
Sempre condiscendente, la bella uscì dalla botte e ci entrò la brutta. Venne la madre con l'acqua bollente e la versò nella botte. Credeva di aver ammazzato la figliastra, ma quando s'accorse che era la figlia sua, cominciò a piangere e a strepitare. Arrivò suo marito, che la figlia gli aveva già raccontato tutto, e le scaricò una soma di legnate.
La figlia bella sposò il figlio del Ree campò felice e contenta.

Larga la foglia, stretta la via
dite la vostra che ho detto la mia

(Marche)

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