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30 nov 2016

Italo Calvino: GIOVANNIN SENZA PAURA



C'era una volta un ragazzetto chiamato Giovannin senza paura, perché non  aveva  paura  di  niente.  Girava per il mondo e capitò a una locanda a chiedere  alloggio. - Qui  posto non ce n' è,  -  disse il  padrone,  -  ma  se non  hai  paura  ti mando in  un palazzo.
-  Perché dovrei aver  paura?
- Perché ci si sente, e  nessuno ne è potuto  uscire altro che morto. La mattina ci va la  Compagnia  con  la bara a prendere chi ha avuto il coraggio di passarci la notte.
Figuratevi Giovannino! Si portò un lume, una botti­glia e una  salciccia,  e andò.
A mezzanotte mangiava seduto a tavola,  quando dal­la cappa del camino sentì una  voce: -  Butto?
E Giovannino rispose:  -  E butta!
Dal camino cascò giù una gamba d' uomo. Giovannino bevve un bicchier di  vino.
Poi la voce disse ancora: - Butto?
E Giovannino: - E butta! - e venne giù un'altra gamba. Giovannino addentò la salciccia.
- Butto?
- E butta - e viene giù  un  braccio.  Giovannino  si mise a fischiettare.
- Butto?
- E butta! -  un  altro braccio.
- Butto?
- Butta!
E cascò un busto che si riappiccicò alle gambe e alle braccia, e restò un  uomo in piedi senza testa.
- Butto?
- Butta!
Cascò la testa e saltò in cima al busto. Era un omone gigantesco, e Giovannino alzò il bicchiere e disse: - Alla salute!
L'omone disse: - Piglia il lume e vieni. Giovannino prese il lume ma non si mosse.
- Passa avanti! - disse l'uomo.
- Passa tu, - disse. Giovannino.
- Tu! - disse l'uomo.
- Tu! -  disse Giovannino.
Allora l' uomo passò lui e una stanza dopo l'altra traversò il palazzo, con Giovannino dietro che faceva lume. In un sottoscala c'era una  porticina.
-  Apri! - disse l'uomo a Giovannino.
E Giovannino: - Apri tu!
E l'uomo aperse con una spallata. C'era una scaletta a chiocciola.
-  Scendi, - disse l'uomo.
-  Scendi prima tu, - disse Giovannino.
Scesero in un sotterraneo, e l'uomo indicò una lastra in  terra. - Alzala!
- Alzala tu! - disse Giovannino, e l'uomo la sollevò come fosse stata  una pietruzza.
Sotto c'erano tre marmitte d'oro. - Portale su! - disse l'uomo.
- Portale su tu! - disse Giovannino. E l' uomo se le portò su una per volta.
Quando furono di nuovo nella sala del camino,  l'uomo disse: - Giovannino, l'incanto è rotto! - Gli si staccò una gamba e scalciò via, su per il camino. - Di queste marmitte una è per te, - e gli si staccò un braccio e s'arrampicò per il camino. -  Un'altra  è per  la  Compagnia che ti verrà a prendere credendoti morto, - e gli si staccò anche l' altro braccio e insegui il primo. - La terza è per il primo povero che passa, - gli si staccò l'altra gamba e rimase seduto per terra. - Il palazzo tientelo pure tu, - e gli si staccò il busto e rimase solo la testa posata in terra.
- Perché dei padroni di questo palazzo, è perduta per sempre ormai la stirpe, - e la testa si sollevò e salì per la cappa del camino.
Appena schiarì il cielo, si sentì un canto: - Miserere mei, miserere mei, - ed era la Compagnia con la bara che veniva a prendere Giovannino morto. E lo vedono alla finestra che fumava la pipa.
Giovannin senza paura con quelle monete d'oro fu ricco e abitò felice nel palazzo. Finché un giorno non gli successe che, voltandosi, vide la sua ombra e se ne spaventò tanto che morì.

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